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MEDITAZIONE

MEDITAZIONE

Di Enrico Cembran

Dite alla mente, più volte, quello che volete che essa faccia, lusingatela, stimolatela, datele ordini, ed essa obbedirà.

William W. Atkinson

Fra le varie possibili fonti attivazione della propria sfera energetica vitale possiamo includere a pieno diritto la capacità di meditare. E’ questa una capacità innata che purtroppo, il sistema sociale ed educativo contemporaneo deprime inconsapevolmente ed anche consapevolmente in tantissimi modi.

Uno fra questi è senz’altro l’inibizione della Ghiandola Pineale, nella quale, dei cristalli di Idrossiapatite, possono essere attivati da delle cariche piezoelettriche, a condizione che la ghiandola non venga saturata con ioni Calcio in eccesso. Tale deleterio processo si realizza in parte fisiologicamente con l’invecchiamento, ma anche, come fenomeno tampone in corso di acidosi metabolica o assunzione in eccesso dello ione Fluoro. L’inibizione della capacità di vibrazione piezoelettrica della ghiandola è sufficiente a ridurre gran parte del suo stesso funzionamento. Oltretutto, si compie il grande errore di considerare la funzione di questa Ghiandola (ritenuta la sede del “Terzo Occhio”, o “Occhio di Horus” secondo la Medicina Tradizionale Egiziana) relativamente alla sola funzione secretiva di un pur importante ormone, la Melatonina, regolante il sonno.

In realtà, nella Ghiandola Pineale, vengono secreti oltre 900 mediatori Chimici, fra cui delle sostanze alcaloidi allucinogene, quali la DimetilTriptamina. Tali sostanze sono in grado di stimolare visioni di tipo allucinogeno, e sono importanti nel regolare la manifestazione dei sogni nel nostro vissuto ideativo legato al sonno.

Dunque, riuscire a riequilibrare la funzione di questa importantissima Ghiandola, vuol dire di fatto, riequilibrare il nostro Sesto, ed in parte Settimo Chakra, con ciò consentendo al nostro organismo una grossissima maturazione energetica.

Il tessuto nervoso possiede una peculiarità specifica, LA PLASTICITA’ NEURALE. Secondo questa capacità, le connessioni esistenti (Sinapsi) fra le cellule del sistema nervoso (Neuroni) possono essere modificate dall’apprendimento e/o dal condizionamento ambientale (esperienze, per esempio di tipo sensoriale, ma anche di tipo attentivo e cognitivo).

Fra i più potenti, ancorché poco conosciuti sistemi per poter influire, attraverso la plasticità neurale sulla struttura e funzione cerebrale, le tecniche meditative, contemplative e visualizzative, rivestono un ruolo di giorno in giorno più importante, stanti le notevoli evidenze scientifiche prodotte e diffuse.

Se teniamo presente che il nostro cervello può elaborare circa 20.000.000 di informazioni e/o stimoli ambientali al secondo, di questi, noi di norma e senza specifico training riusciamo ad analizzarne all’incirca soltanto 40. L’emisfero cerebrale destro, dove arrivano e vengono elaborati i potenziali 20.000.000 di stimoli al secondo, è la sede della mente inconscia, l’emisfero cerebrale sinistro, dove vengono processati 40 stimoli al secondo, è la sede della mente conscia. Una volta accettata questa realtà comprovata scientificamente, anche se in via di continua ridefinizione, possiamo dedurre che in definitiva, quasi tutta la mente risiede nel subconscio, e di norma noi siamo in grado di utilizzarne coscientemente soltanto una parte infinitesima.

Mediante un particolarissimo elettroencefalografo computerizzato chiamato “Brain Olotester”, il Dott. Nitamo Montecucco, ha condotto una serie di esperimenti per rilevare la coerenza delle onde cerebrali dei due emisferi encefalici e quindi metterla in relazione allo stato di benessere psicofisico delle persone. Da questo studio è risultato che lo stato di salute generale aumenta di pari passo con la coerenza delle onde elettroencefalografiche. Inoltre, in corso di meditazione profonda le onde cerebrali, assumono un’altissima coerenza, ed una forma armonica sinusoidale del tutto simile a quelle delle onde emesse dagli strumenti musicali. In caso di più persone meditanti simultaneamente, si crea una sorta di sincronizzazione empatica collettiva che porta i cervelli di tutti a risuonare alla medesima frequenza. Attraverso questi esperimenti appare dimostrata incontrovertibilmente l’esistenza di una coscienza collettiva che ci permette, associandola alla scienza energetico quantististica, di spiegare fra l’altro, fenomeni come la telepatia, le proiezioni psichiche, i déjà vu ed i déjà-vécu riferiti.

Evidentemente, mediante la sincronizzazione dei due emisferi cerebrali, possiamo accedere ad un numero illimitato di informazioni da noi possedute, ma “rimosse” o tenute nascoste dalla nostra psiche, perché ricevute in maniera inconscia o comunque inappropriata, per esempio a seguito di evento eccessivamente stressante (trauma).

Posto che lo stato di coscienza si estrinseca attraverso l’attività del cervello la cui manifestazione si esprime fra l’altro attraverso l’emissione delle onde elettroencefalografiche, appare evidente l’utilità di poter influire volontariamente sulla frequenza del loro ritmo. A questo punto risulta chiaro che in questo modo potremo accedere all’immenso contenitore dell’inconscio, ampliando enormemente la nostra visione della realtà, sintonizzandoci con realtà sconosciute, ma non per questo inesistenti.

Fra i moltissimi esperimenti reperibili nei database medici e riguardanti le attività meditative, cito solo quello svolto all’Ε.Μ. Keck Laboratory for Functional Brain Imaging and Behavior dell’Università del Wisconsin, situato sul campus di Madison, trasformato su volere dello stesso Dalai Lama in un fondamentale polo internazionale per lo studio associato della scienza e meditazione. In questo studio, il celebre monaco scienziato Matthieu Ricard, assieme ad Antoine Lutz e Richard J. Davidson, dopo ben quindici anni di ricerche su monaci e praticanti la meditazione e contemplazione ad alto livello, hanno dimostrato che queste attività svolte intensamente, costantemente e per lunghi periodi, possono avere un rilevantissimo impatto sui processi biologici, sulla salute fisica, psicologica ed emotiva.

Fra tutti questi studi, quello condotto sullo stesso Mathieu Richard, un europeo convertitosi al Buddhismo, formatosi per molti anni alla scuola di uno dei più importanti maestri spirituali del Tibet, venne studiato approfonditamente in senso neurologico e psichico, durante processi meditativi.

Tale ricerca avvenne mediante l’uso di sofisticate apparecchiature, considerando l’attività del cervello di Richard durante sei tipi di meditazione. Lo scopo dell’esperimento era stabilire se fosse possibile addestrare la mente a superare le emozioni distruttive e quindi se fosse possibile educare in tal senso le persone, già in età infantile.

Dallo studio emerse che nel cervello di Öser durante la meditazione compassionevole, si innalzava significativamente l’attività neurologica nell’area del cervello in cui si elaborano le emozioni positive. Venne anche studiata la competenza empatica, ossia la capacità del suo cervello di identificare ed adattarsi velocemente alle rapidissime micro espressioni del volto umano e la capacità di controllo del riflesso del trasalimento susseguente alla percezione di un suono forte ed improvviso. Quest’ultima capacità, detta “equanimità”, riguarda la capacità di non essere destabilizzati dalle forti emozioni.  Naturalmente anche in questi campi, le capacità di Richard si dimostrarono superiori alla media.

Questi risultati attestano che il cervello, può essere “educato” alla felicità (purtroppo anche al dolore, ndr.).

(segue)

 

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