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L’occupazione italiana ridotta

L’occupazione italiana ridotta

a cura del dott. Angelo Leogrande

Le politiche economiche possono tenere insieme industria, persone e comunità

Il tasso di occupazione in Italia è cresciuto nel periodo tra il 2007 e il 2016 secondo i dati dell’Eurostat. La crisi economica ha avuto un ruolo marginale nella crescita economica come dimostrato dal confronto tra il numero degli occupati in valore assoluto in Italia ed il numero di occupati in valore assoluto in Germania. Il numero di occupati in valore assoluto in Italia è raddoppiato nel periodo tra il 2007 e il 2016. Il numero di disoccupati in valore assoluto in Germania è dimezzato nel periodo tra il 2007 e il 2017.

Il numero degli disoccupati in Italia tra il 2007 e il 2016. Il numero dei disoccupati nel 2007 è stato pari a 1.481.000 unità. Tra il 2007 e il 2008 il numero dei disoccupati è aumentato di 183000 unità ovvero di una percentuale pari al 12,35%. Tra il 2008 e il 2009 il numero dei disoccupati in Italia è aumentato di 243.000 unità ovvero è passato da 1.664.000 unità fino a 1.907.000 con una crescita pari a 243.000  unità pari al 14,6%. Tra il 2009 e il 2010 il numero dei disoccupati è cresciuto del 7,8% ovvero di un ammontare di 149.000 unità  fino ad arrivare alla cifra di 2.056.000 unità. Tra il 2010 e il 2011 il numero dei disoccupati è cresciuto di un ammontare pari a 5.000 unità ovvero di un ammontare pari allo 0,2%. Tra il 2011 e il 2012 il numero dei disoccupati è cresciuto di un ammontare pari al 30% fino ad arrivare alla somma di 2.691.000 unità. Tra il 2012 e il 2013 il numero dei disoccupati è cresciuto di un ammontare pari a 378.000 unità fino ad arrivare a 3 milioni di unità. Il numero di disoccupati ha continuato a crescere nell’economia italiana fino ad arrivare alla somma massima nel 2014 di 3.236.000 unità. Dal 2014 il numero dei disoccupati ha iniziato a diminuire. Tra il 2014 e il 2015 il numero dei disoccupati è diminuito del 6% per un valore pari a 204.000 unità. Tra il 2015 e il 2016 il numero dei disoccupati è diminuito di un valore pari allo 0,6% rispetto all’anno precedente fino ad arrivare alla somma di 3.012.000 unità. Nel periodo considerato il numero dei disoccupati in Italia è aumentato di un valore pari a 1.531.000.

Il numero dei disoccupati in Germania tra il 2007 e il 2016. Il numero dei disoccupati in Germania è stato dimezzato nel periodo tra il 2007 e il 2016. Nel 2007 il numero dei disoccupati è stato pari a 3.473.000. Tra il 2007 e il 2008 il numero dei disoccupati è diminuito del 13% ovvero di un ammontare pari a 455.000 unità fino ad arrivare alla somma pari a 3.018.000 unità. Tra il 2008 e il 2009 il numero dei disoccupati è aumentato di un valore pari al 2,65% ovvero di un ammontare pari a 80.000 unità fino ad arrivare alla somma di 3.098.000 unità. Tra il 2009 e il 2010 il numero dei disoccupati tedeschi è diminuito di un ammontare pari all’8,9% ovvero di un ammontare pari a 277.000 unità fino ad arrivare al valore di 2.821.000 unità. Tra il 2010 e il 2011 il numero dei disoccupati è diminuito di un valore pari al 14% fino ad arrivare alla somma di 2.399.000 persone disoccupati. Tra il 2011 e il 2012 il numero dei disoccupati è diminuiti del 7,3% rispetto all’anno precedente fino ad arrivare alla somma di 2.224.000 unità. Tra il 2012 e il 2013 il numero dei disoccupati è diminuito dell’1,88% ovvero di un ammontare di un ammontare pari a 42.000 unità fino ad arrivare a 2.182.000 unità. Tra il 2014 e il 2015 il numero degli occupati è diminuito di un ammontare pari a 4,2% ovvero di un valore pari a 92.000 unità fino a 2.090.000 unità. Tra il 2014 e il 2015 il numero degli occupati è diminuito del 6,69% ovvero di un ammontare pari a 140.000 unità fino ad arrivare a 1.950.000 unità. Tra il 2015 e il 2016 il numero degli occupati è diminuito del 9,1% ovvero di un valore pari a 179.000 unità pari a 1.771.000 unità.

2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016
ITALY NUMERO DISOCCUPATI 1481000 1664000 1907000 2056000 2061000 2691000 3069000 3236000 3032000 3012000
DIFFERENZA ASSOLUTA ITALIA 183000 243000 149000 5000 630000 378000 167000 -204000 -20000
DIFFERENZA PERCENTUALE ITALIA 12,35652 14,60337 7,813319 0,243191 30,56769 14,04682 5,441512 -6,30408 -0,6596306
GERMANIA NUMERO DISOCCUPATI 3473000 3018000 3098000 2821000 2399000 2224000 2182000 2090000 1950000 1771000
VARIAZIONE ASSOLUTA -455000 80000 -277000 -422000 -175000 -42000 -92000 -140000 -179000
VARIAZIONE PERCENTUALE -13,1011 2,650762 -8,94125 -14,9592 -7,29471 -1,88849 -4,21632 -6,69856 -9,1794872

 

Classifica dei paesi per numero assoluto di disoccupati in Europa. Tuttavia la Spagna è il paese al primo posto per numero assoluto di disoccupati nel 2016 in Europa. Il numero di disoccupati spagnoli nel 2016 è stato pari a 4.481.000 persone. L’Italia è al secondo posto con un valore dei disoccupati pari a 3.012.000 unità. La Francia segue al terzio posto con un numero assoluto di disoccupati pari a 1.771.000 unità. La Germania è al quarto posto staccata dal gruppo di testa con un valore della disoccupazione pari a 1.771.000 persone nel 2016. Seguono in ordine: Regno Unito con 1.598.000, Grecia con 1.131.000,  Polonia con 1.063.000 disoccupati, Portogallo con 571.000 unità, l’Olanda con 538.000 unità, la Romania con 530.000 unità, il Belgio con 390.000 unità, la Svezia con 366.000 disoccupati, l’Austria con 270.000 disoccupati, la Slovacchia con 266.000 disoccupati, la Bulgaria con 247.000 disoccupati, la Croazia con 242.000 disoccupati, la Finlandia con 237.000 disoccupati, l’Ungheria con 235.000 disoccupati, la Repubblica Ceca con 212.000 disoccupati, la Danimarca con 187.000 disoccupati, l’Irlanda con 173.000 disoccupati, la Norvegia con 132.000 disoccupati, la Lituania con 116.000 disoccupati, la Lettonia con 95.000 disoccupati, la Slovenia con 80.000 disoccupati, Cipro con 55.000 disoccupati, l’Estonia con 47.000 disoccupati, il Lussemburgo con 17.000 disoccupati, Malta con 9.000 disoccupati e l’Islanda con 6.000 disoccupati.

 

Conclusioni. Il numero di disoccupati in valore assoluto viene considerato come un valore secondario rispetto al tasso di disoccupazione o al numero dei disoccupati come percentuale della popolazione totale. Tuttavia il numero dei disoccupati in valore assoluto ha anche un valore rilevante per avere una capacità di comprendere il volto umano, delle persone, degli uomini, delle donne, dei giovani, degli anziani colpiti dal fenomeno della perdita del lavoro. La perdita del lavoro è un fatto grave in grado di distruggere la vita degli individui ed anche delle comunità nel complesso. L’aumento della disoccupazione viene ricondotto alle crisi finanziarie, oppure alla tecnologia. La crisi finanziaria in effetti ha la capacità di fare aumentare la disoccupazione per il tramite della riduzione del valore dell’attività realizzata ovvero del prodotto interno lordo generato all’interno di una economica. La tecnologia può anche comportare una riduzione della disoccupazione anche in caso di crescita economica per l’effetto di sostituzione delle macchine e dei robot rispetto al capitale umano impiegato. Tuttavia il caso della Germania è controfattuale. La Germania ha subito la crisi ed è anche sottoposta ad un processo di digitalizzazione dell’economia mediante l’applicazione dei piani dell’industria 4.0 eppure il numero assoluto dei disoccupati è diminuito nel periodo considerato. La reazione tedesca sia alla crisi economica sia alla digitalizzazione mette in risalto il ruolo delle politiche economiche in grado di tenere insieme tensione comunitaria e tensione tecnologia. L’industria, l’obbiettivo di produrre tecnologia in grado di aumentare il valore aggiunto viene tenuto insieme con le finalità sociali, della riduzione della disoccupazione. Il caso tedesco mette in risalto la capacità delle politiche economiche di produrre crescita economica attraverso la tecnologia ed anche di generare occupazione nella sostenibilità finanziaria complessiva dello Stato.

Le politiche economiche possono essere unitarie orientate sia alle finalità della produzione industriale sia alle necessità di un sistema sociale in grado di garantire occupazione e assistenza sociale nella sostenibilità della finanza pubblica come nel caso tedesco. Le regole economiche tedesche richiedono una partecipazione della popolazione anche morale alla costruzione di una ricchezza comune in grado di essere intesa come bene pubblico. L’attivismo, l’attenzione alle problematiche sociali, la responsabilizzazione della persona nella comunità, insieme anche con l’ambizione libera alla crescita del reddito nell’operosità, possono comportare un effetto positivo sul numero delle persone e sui percorsi di emancipazione dei singoli e delle comunità.

 

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