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Apre a Bari il Luce Music Festival con l’esibizione di Erri De Luca e Moni Ovadia

Apre a Bari il Luce Music Festival con l’esibizione di Erri De Luca e Moni Ovadia

di Cristina Negro

Nel magico palcoscenico del Fortino Sant’Antonio a Bari è andato in scena “Se i delfini venissero in aiuto”, il racconto del diario di Erri De Luca a bordo della nave Medici senza frontiere, un recital con Erri De Luca, Moni Ovadia, Cosimo Damiano Damato e la Piccola Orchestra Mediterranea.

Lo spettacolo ha aperto la programmazione del  “Luce music festival. Approdi musicali”.

Il festival che porterà in tutto il territorio regionale eventi e concerti con artisti nazionali e internazionali è promosso da Urem, Fanfara e Ulixes S.C.S., con la direzione artistica dello stesso Moni Ovadia in collaborazione con il regista e sceneggiatore Cosimo Damiano Damato.

Hanno  scandito i racconti di Erri De Luca  le  musiche della tradizione mediterranea cantate da Moni Ovadia accompagnato dalla Piccola Orchestra Mediterranea di Giovanni Seneca,  una preziosa cornice di  sonorità raffinate che evocano messaggi di pace attraverso  il dialogo tra i popoli.

In un toccante  racconto lo scrittore napoletano si è fatto interprete della cronaca di una ferita aperta: quella  dei viaggi senza ritorno – “Io sto con questi pescatori di uomini che salvano migranti nel Mediterraneo, non ho uso di tatuaggi, la mia superficie riporta solo i segni degli anni. Gli avvenimenti del mondo hanno inciso il dolore sulla mia pelle. Le due settimane a bordo mi hanno impresso un tatuaggio nuovo: una scala di corda che pesca nel vuoto. Dal suo ultimo gradino ho visto spuntare una per una le facce di chi risaliva dal bordo di un abisso. Stipati in una zattera, scalavano i gradini della loro salvezza”.

Hanno  accompagnato i racconti di Erri De Luca   anche le testimonianze degli operatori di MSF attraverso le letture di Cosimo Damiano Damato da “Lettere dal cuore dei conflitti”.

Lo spettacolo, che nasce dall’esperienza di De Luca in mare sulla nave salvagente di Medici Senza Frontiere, richiama un’altra urgenza: “bisogna abolire il reato di immigrazione clandestina – spiega Moni Ovadia – è un’oscenità che io paragono alle leggi di Norimberga. Io sono ebreo e non dimentico da dove provengo: per me non ci possono essere distinzioni fra gli esseri umani, qualsiasi distinzione è perversa”.

“Se i delfini venissero in aiuto” e “Lettere dal cuore dei conflitti” sono pubblicati da Dante & Descartes di Napoli.

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